domenica 8 gennaio 2012

Salerno rima d'eterno sconforto


Basta fare due passi nei quartieri di Salerno ed osservare, ascoltare. Le persone vestite alla moda di oggi -piumino lucido e jeans attillati- parlano e gesticolano come 200 anni fa. Odiamo Napoli ma sembra di camminare alle spalle di Via Toledo. Forse siamo razza speciale noi e siamo stati imbarcati da un altro pianeta. Non c'è differenza di genere tra maschile e femminile. Il gentil sesso ha, in quanto a modi bruschi ed eloquio tutti i difetti del sesso forte. Quest'ultimo del resto non è da meno ed ha attinto a quelli che sono considerati  difetti propri del così detto "sesso debole": chiacchiera e vanità. La signora dallle natiche forti non rinuncia agli hot pant attillati e mentre cammina svuota la borsa di tutto ciò che non le serve direttamente in strada, il giovanotto alla moda con cappellino ben calcato e occhiali da sole griffati ti sorpassa a destra in curva e non segnala poi la svolta. L'indicatore di direzione in città, si sa, è un optional.  Il tono della voce è sempre alto neanche ci trovassimo a parlare alla vecchia zia dura d'udito. La tovaglia con le briciole si sciorina ancora fuori al balcone per far mangiare gli uccellini e la scopa si pulisce sempre contro la ringhiera del balcone anche se si è in pieno centro, basta guardare-ma nemmeno sempre-che non stia passando nessuno sotto in quel momento. Per uno strano gioco perverso si preferisce infilare il rifiuto in una crepa del muro, tra le maglie di una rete o di una saracinesca piuttosto che in un normale cestino dei rifiuti, se c'è e se non è ricolmo. Camminiamo tra le cartacce che il nostro buon vento ci porta e tra le cacche dei cani  portate da ben altri venti. Entriamo in un bar, in un negozio e notiamo che il saluto non esiste, si procede a gesti per avere un caffè, lo chiedi-bevi- paghi,-lo scontrino quando te lo danno-esci senza che abbiano proferito una parola, un cenno, un nulla. Se stanno parlando al telefono devi attendere che abbiano finito, se stanno parlando col passante amico che si è affacciato a trovarli devi ascoltare tutto l'inciucio prima di sapere il prezzo di quel maglioncino o la taglia del giubbetto. L'abusivo è sempre lì a chiedere il suo obolo, intanto l'ausiliario del traffico o il vigile, tanto non fa differenza, passeggia col collega o la collega di turno. Chissà perchè vanno sempre in tandem, come le monache quando escono dal convento, forse per farsi compagnia e sopportare la noia di lunghi turni trascorsi a spasso per la città. Gli addetti alle pulizie o alla manutenzione del verde lavorano in team: arrivano a frotte di quattro cinque anche sei o sette alla volta. Un paio si danno da fare il resto sono lì seduti a fumare o forse in attesa del proprio turno. Hanno una curiosa scatoletta appesa alla cintola e raccolgono con la ramazza di saggina di 200 anni fa parte della sporcizia, non tutta, proprio come si farebbe a casa propria. La strada resta sudicia e mai che si sognasse un'autobotte a passare per lavarla, ci penserà la pioggia quando arriva, esondando dai tombini otturati e trascinando chissà dove tutti i rifiuti che scarichiamo per strada. ma questo è un altro capitolo...

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