giovedì 17 maggio 2012

Logo story





L’antefatto del marchio turistico di Salerno, la S gialla e arancio racchiusa in un  fondo sfumato azzurro blu, disegnata dal designer Massimo Vignelli non è tanto nel logo del Napoli o del Sapri Calcio - cui molti all’indomani della presentazione, hanno fatto a gara per mettere in evidenza la sorprendente somiglianza  quanto in un progetto analogo  dello stesso Vignelli datato 1972 e realizzato per l’identità aziendale di  OPS (Offshore Power Systems)[nota1], una società che costruiva piattaforme nucleari galleggianti fondata nel 1970 e che ha chiuso definitivamente nel 1984 . Il logo in questione è pubblicato sul web [nota 2]  e, sebbene non trovi spazio sul sito ufficiale di Vignelli Associates, risulta in un testo digitale che raccoglie i progetti più significativi del noto designer [nota 3].
Il logo OPS raffigura un quadrato bianco in una circonferenza campita in due metà celeste ed azzurro. Questa la descrizione: “Il simbolo rappresenta schematicamente il concetto di produzione di energia galleggiante. Il fondo è blu scuro (l'oceano) e l'azzurro in alto (il cielo), mentre la pianta, rappresentata dal quadrato bianco, galleggia tra questi due elementi” [nota 4]. Il concept del  marchio di una società americana (ora fallita)  che produce energia atomica è paradossalmente lo stesso impiegato quaranta anni dopo per il marchio della ridente cittadina di provincia adagiata tra cielo e mare. Unica differenza la sfumatura dei colori che sembra sia stata voluta da De Luca.
«È importante che in un messaggio ci sia identità» asserisce Vignelli nella sua lectio magistralis di presentazione del marchio al Teatro Massimo cittadino. Ma quale identità possono mai avere in comune Salerno e l’ Offshore Power Systems?
Simona Brandolini così commentava dalle pagine del “Corriere della Sera” la portata innovativa del marchio salernitano all’indomani della sua presentazione: “Quello nuovo di zecca –il marchio n.d.r.- è una grande S gialla che campeggia in un azzurro dalle sfumature del cielo e del mare. Come tutte le nuove cose, il primo impatto non è felicissimo, tra la semplicità e la banalità c'è un sottilissimo confine. Ci vorrà del tempo per metabolizzarlo, non v'è dubbio. E soprattutto i salernitani dovranno abituarsi, visto che è stato pagato” [nota 4] . Di vero c’è che il marchio è stato pagato e non poco, quarantacinquemila euro ad oggi [nota 6], prezzo scontato dei duecentomila euro previsti inizialmente per il progetto e la sua diffusione [nota 7],  stanziati nella prima delibera e ridotti forse anche grazie al polverone sollevato dopo l’infuriare di polemiche  a livello locale e nazionale. Quanto ad innovazione si stenta a credere che sia inedito un marchio del 2011 identico a quello che abbiamo scovato datato 1972. Certo in quest’ultimo manca la “S” che costituirebbe il segno distintivo della città, in font Bodoni così caro al designer newyorkese,  che dovrebbe raffigurare in forma stilizzata due delfini ed allo stesso tempo  la silouette di un ippocampo. E passi che il Bodoni è un carattere tipografico che si addice più a Parma che a Salerno come ha sottolineato Mario Piazza in un autorevole quanto imbarazzato commento su “Abitare” [nota 8] . Il problema è tutto nell’ippocampo o meglio nei delfini che sono stati utilizzati nel logo di un’altra città meridionale che inizia per “S”: Siracusa. E di loghi con la S ed i delfini intrecciati la città Siciliana ne ha diversi, risultanti da un concorso bandito nel 2007 dall’AIAP e che annoverava tra i giurati, oltre al già citato Piazza, proprio il maestro Vignelli. E’ sconcertante la somiglianza del marchio di Salerno con i progetti classificati al secondo e terzo posto del concorso [nota 9]. In sintesi, il nostro marchio turistico che ora campeggia anche su cravatte e foulards di un noto camiciaio salernitano, è il collage di un logo del Vignelli del 1972 e di due o più loghi che hanno partecipato ad un concorso nel 2007 in altra città e con lo stesso designer a presiedere la giuria. In tempo di crisi Vignelli ha pensato bene per il marchio di Salerno di non sprecare tempo e di riciclare un logo vecchio di 40 anni! Allo spreco di denaro pubblico ha invece provveduto il Comune.

Il controverso bollino turistico campeggia ora su tutti i manifesti comunali, utilizzato spesso in maniera impropria per coprire le affissioni scadute  sempre con sperpero di soldi pubblici, mediante la  massiccia  diffusione più dentro che fuori Salerno, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da una promozione turistica. La ragione va individuata nella necessità di imprimere nell’immaginario dei cittadini un simbolo vuoto di significati e di legami con il territorio. Inoltre il marchio è da ora in cerca di acquirenti: un regolamento comunale [nota 10] approvato in data 3 Maggio 2012 ne disciplina l’uso e la licenza di vendita anche se, stranamente, è omesso il tariffario  per cui si ignora in base a quale contratto e dietro quale compenso siano stati già ceduti i diritti per la suddetta produzione di camicie, foulards e cravatte.
Delle versioni multiple del marchio, declinazioni dello stesso da applicare in differenti occasioni e contesti e promesse dall’Amministrazione comunale per sedare le polemiche sollevatesi per il costo esorbitante dell’operazione di marketing, ad oggi non vi è traccia così come non è stato mai presentato pubblicamente il manuale d’identità visiva, strumento indispensabile per il  corretto uso del marchio. Sarà per questo che capita sempre più spesso di vedere il logo stampato capovolto, senza la S, con altri colori e lettere come sponsor di saldi di fine stagione  –solo per citare alcuni esempi-  con buona pace per chi l’ha creato, o meglio dire riciclato, e per chi lo ha fortemente voluto a nostre spese.
Sua Sorella
1. http://en.wikipedia.org/wiki/Offshore_Power_Systems.
2. http://www.flickr.com/photos/tal_ent/3096289103/in/set-72157610979278136.
3. http://issuu.com/dlowery/docs/did_book_8_7_08, pag. 7.
4. http://www.flickr.com/photos/tal_ent/3096289103/in/set-72157610979278136. 
The symbol schematically depicts the concept of the floating energy plant. The bottom is dark blue (the ocean) and the top light blue (the sky), while the plant, represented by the white square, floats between these two elements.
5. http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2011/23-novembre-2011/brand-salerno-come-new-york-1902274706150.shtml.
6. http://www.comune.salerno.it/allegati/17282.pdf.
7. Delibera n. 935/2011 
8. http://www.abitare.it/it/grafica/vignelli-a-salerno/
9. http://www.aiap.it/gallerie/9786.
10. https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.270283356401695&type=1





mercoledì 16 maggio 2012

SLOGGIONE

Cosa vediamo dallo SLOGGIONE stavolta? Una bella operetta made in Bcienz. Ma c'è sempre questa S sullo stomaco!

SALERNO PRIDE DUEMILADODICI

Gay Pride Campano a Salerno. Il grande evento strappato a Napoli per la solita insana (e perdente in partenza) competizione è ospitato a Salerno ma sfilerà per vie secondarie e defilate lontano dal centrale corso Vittorio Emanuele II per ripiegare sull'ormai desolato, spennato e puzzolente -nonchè invaso dal cemento del costruendo Crescent- Lungomare per poi approdare nel village ghetto del Parco Pinocchio. Nella location, solitamente frequentata dai bimbi, ai gai fanciulloni è severamente proibito baciarsi in pubblico pena multa comminata da solerti vigili in borghese sguinzagliati per la bisogna. Finalmente i vigili non saranno riconoscibili mentre sostano al bar per l'interminabile caffè. La notizia, diffusa dal Mappino, è stata smentita poi sulla pagina personale del Luce -gestita dall'ufficio stampa e pertanto pagata con soldi dei contribuenti- con queste parole: "Come Michelangelo. Creare dal nulla. Mai parlato con nessuno, in nessuna sede, di baci in relazione al Campania Pride. Eppure si è "aperto il dibattito". Palle. C'è chi ha visto persino pattuglie di vigili in borghese incaricati di misurare intensità e durata di eventuali effusioni. Che dire? Nulla. È l'Italia". Il primate cittadino ignora forse che Michelangelo non creava dal nulla sostenendo che nel blocco di marmo fosse già imprigionata la forma e che all'artista spettasse il compito di liberarla. Sottigliezze per costui che attribuisce valore nullo a patrimonio storico e cultura. Si attende ancora smentita ufficiale a mezzo stampa.

QUESTA E' SALERNO




Il nostro primate cittadino ha dichiarato nella sua TV di regime che " Salerno, la città più bella d'Italia al netto del patrimonio artistico e storico che non abbiamo". Io gli rispondo così.

venerdì 13 gennaio 2012

S AND THE CITY


Sua Sorella Production cede il posto alla SEVENTY-ONE production per la commedia più esilarante del momento: "S AND THE CITY" alla sua diciottedima edizione. Ogni puntata è sempre uguale all'altra, tanto che basta vederne una e le avete viste  tutte. Per di più è una serie davvero economica: ha un solo protagonista, al massimo c'è di tanto in tanto una comparsa.
"S AND THE CITY" è la commedia più insultante della stagione, non perdetela!

SO TRUNZ (Stregato dalla S)



Sua Sorella production è orgogliosa di presentarvi l'ennesimo successo dal titolo europeo "SO STRUNZ", ovvero per chi non capisse "Stregato dalla S".
Trama: E' la storia romantica di una donna che tradirà la sua città perchè innamorata di un'idea che la porterà a compiere azioni insensate come spendere 200 mila euro per una S da niente di cui si è invaghita follemente. Cacciata dalla sua città partirà alla volta di New York in cerca del suo amato Maestro che le creerà la sua amata S e vivranno insieme felici e contenti. Il film termina con i protagonisti che brindano "alla famiglia".

VERTILOGO

Sua Sorella Production è fiera (è proprio il caso di dire) di presentarvi un nuovo triller che vi terrà col fiato sospeso fino alla fine: "VERTILOGO"
Trama: Al suo ennesimo capolavoro il regista, anche se bastavano e avanzavano i precedenti, si cimenta nel suo giallo e arancio più riuscito su sfondo blu: il logo di Salerno. Alle prese con il suo quarto incarico -da qui il titolo italiano "L'uomo che visse il suo quarto mandato"- il protagonista è alla ricerca di battere cassa e l'unico modo che trova è commissionare un logo al noto Max. il risultato si rivelerà un'autentica patacca che piomberà tutti in un vortice di psicosi e turbe. Il salto nel vuoto che si temeva...ma non voglio svelare il finale.

LA LETTERA PEZZOTTA

Sua Sorella Production è lieta di presentarvi la sua nuova pellicola: "LA LETTERA PEZZOTTA".

Trama: Tratta da un grande romanzo senza fine che dura da 18 anni, è la storia di un' insana passione tra i due protagonisti che li spinge a sfidare un'intera città e la sua comunità. Un marchio infamante segnerà per sempre l'incontro scellerato ma ahimè si rivelerà appezzottato perchè già esistente in tutte le salse e declinazioni, dalla squadra di calcio alla centrale del latte. Il costo da pagare sarà altissimo ed il finale da brivido!

LA RAGAZZA CON L' ORECCHINO DI PIRLA

Sua Sorella Production è lieta di presentare il nuovo film "La ragazza con l'orecchino di Pirla".
Trama: Salerno  è la perla del Mediterraneo e tutti fanno a gara per conquistarla. Il nuovo logo ad "S" è stato creato apposta per lei, più che un vezzo è un gioiello preziosissimo del valore di 200 mila euro. Ovviamente tutti vogliono metterci le mani su. Ma l'impresa è ardua! Nessuno riuscirà infatti ad appropriarsene finchè lo indosserà lei: la ragazza dall'orecchino di pirla! Si proprio lei che ha quel gran fiuto per gli affari. Non lo molla mai e si sa che le pirle vanno portate sempre addosso.
Buona visione!

A QUALCUNO PIACE CARO

Eh si, l'unica azienda che funziona a Salerno, la Centrale del latte, si mette in vendita per risanare il bilancio comunale dissestato dalle ultime spese folli, comprese luci e loghetti giocattolo. Eh si, perchè non è costato mica poco il logo, solo 200 mila euro. Evidentemente  a "Qualcuno piace caro"!

Vota BAD! Il logo peggiore della storia


domenica 8 gennaio 2012

Salerno rima d'eterno sconforto


Basta fare due passi nei quartieri di Salerno ed osservare, ascoltare. Le persone vestite alla moda di oggi -piumino lucido e jeans attillati- parlano e gesticolano come 200 anni fa. Odiamo Napoli ma sembra di camminare alle spalle di Via Toledo. Forse siamo razza speciale noi e siamo stati imbarcati da un altro pianeta. Non c'è differenza di genere tra maschile e femminile. Il gentil sesso ha, in quanto a modi bruschi ed eloquio tutti i difetti del sesso forte. Quest'ultimo del resto non è da meno ed ha attinto a quelli che sono considerati  difetti propri del così detto "sesso debole": chiacchiera e vanità. La signora dallle natiche forti non rinuncia agli hot pant attillati e mentre cammina svuota la borsa di tutto ciò che non le serve direttamente in strada, il giovanotto alla moda con cappellino ben calcato e occhiali da sole griffati ti sorpassa a destra in curva e non segnala poi la svolta. L'indicatore di direzione in città, si sa, è un optional.  Il tono della voce è sempre alto neanche ci trovassimo a parlare alla vecchia zia dura d'udito. La tovaglia con le briciole si sciorina ancora fuori al balcone per far mangiare gli uccellini e la scopa si pulisce sempre contro la ringhiera del balcone anche se si è in pieno centro, basta guardare-ma nemmeno sempre-che non stia passando nessuno sotto in quel momento. Per uno strano gioco perverso si preferisce infilare il rifiuto in una crepa del muro, tra le maglie di una rete o di una saracinesca piuttosto che in un normale cestino dei rifiuti, se c'è e se non è ricolmo. Camminiamo tra le cartacce che il nostro buon vento ci porta e tra le cacche dei cani  portate da ben altri venti. Entriamo in un bar, in un negozio e notiamo che il saluto non esiste, si procede a gesti per avere un caffè, lo chiedi-bevi- paghi,-lo scontrino quando te lo danno-esci senza che abbiano proferito una parola, un cenno, un nulla. Se stanno parlando al telefono devi attendere che abbiano finito, se stanno parlando col passante amico che si è affacciato a trovarli devi ascoltare tutto l'inciucio prima di sapere il prezzo di quel maglioncino o la taglia del giubbetto. L'abusivo è sempre lì a chiedere il suo obolo, intanto l'ausiliario del traffico o il vigile, tanto non fa differenza, passeggia col collega o la collega di turno. Chissà perchè vanno sempre in tandem, come le monache quando escono dal convento, forse per farsi compagnia e sopportare la noia di lunghi turni trascorsi a spasso per la città. Gli addetti alle pulizie o alla manutenzione del verde lavorano in team: arrivano a frotte di quattro cinque anche sei o sette alla volta. Un paio si danno da fare il resto sono lì seduti a fumare o forse in attesa del proprio turno. Hanno una curiosa scatoletta appesa alla cintola e raccolgono con la ramazza di saggina di 200 anni fa parte della sporcizia, non tutta, proprio come si farebbe a casa propria. La strada resta sudicia e mai che si sognasse un'autobotte a passare per lavarla, ci penserà la pioggia quando arriva, esondando dai tombini otturati e trascinando chissà dove tutti i rifiuti che scarichiamo per strada. ma questo è un altro capitolo...

mercoledì 4 gennaio 2012

QUANDO NASCERA' IL CRESCENT
Quando nascerà il Crescent sarà ormai troppo tardi
Sarà un ciambellone che è meglio non mangi
E i nababbi dell’Agro spenderanno milioni
per un pied-à-terre al Crescent,
al Crescent…
Sarà un casermone come il Cremilino
Tapperà la vista mare ad ogni vicino
Ed avrà un sirenone alto quaranta metri
che nebulizza le fogne… del Crescent.
E’ un’esplosione di cementoooooo che io farò tutto contentoooo
Salerno mia vecchia e cafona ti trasformo io in metropolona
Salerno che ha già votato tutta per meeee.
Voglio cemento sulla collina il bagno fatevelo pure in piscina,
farò di più: cemento sul lungomare e non se ne parla più.
E se a voi non piace, cosa ci posso fare,
ormai nessuno mi potrà più fermare,
anche il fiume alla foce voglio tappare e lottizzare.
Abbatterò ogni sequoia, ricostruirò la tua storia
Innalzerò un grande vela, luci accese mattina e sera,
le luci che tamarri vogliono e non si sa perché.
farò di te la mia creatura e degli alberi solo segatura
farò di più venderò tutte le case e ci guadagnerò suuuuuuuu
Shhhh
Quando nacerà il Crescent shhh il Crescent…

NATA IERI

Sono come Eva, nata dalla costola d'Adamo, o come Galatea, creata dal suo Pigmalione, o Pandora forgiata dallo zoppo Efesto. Ho bisogno di attingere al Mito ora per nobilitare la mia nascita recente perchè di fatto non sono figlia nè di un Dio che mi ha strappata dal nobile fianco dell'uomo, nè di un re innamorato e folle, nè della vendetta divina sulla ribellione degli uomini. Sono una disgraziata io, nata dalla derisione e dallo scherno, dalla volgarità e dall'insulto, dal maschilismo becero e dall'arroganza. Due parole nel mio nome, la stessa medesima contorta iniziale blu e gialla, quasi arancio, che sibila sulle labbra sprezzanti di chi non ammette replica, ironia, confronto, sincerità. Sua Sorella è l'offesa del guappo di cartone che risponde nel vicolo allo sfottò proveniente da un basso, il rigurgito accidioso del garzone di pizzicagnolo alla servetta querula. Sono venuta così alla luce, già donna matura fatta e finita, non in una raccolta cuna ma in pubblica piazza, davanti a milioni di persone e data subito in pasto all'opinione pubblica senza potermi coprire le nudità, non perchè non ne avvertissi la vergogna -non sono nè Eva nè Venere- ma perchè a copirmi c'era solo uno strano lenzuolo bianco, con uno strano sole blu e azzurro al centro e una lettera gialla quasi arancio che ripete beffarda le iniziali del mio nome: Sua Sorella.

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lunedì 2 gennaio 2012

Finalmente dopo anni di oblio vissuti nell'ombra di Lui sono tornata alla LUCE! benvenuto 2012